dal 28 maggio – 13 luglio 2014 e dal 1 al 21 settembre
L’Istituto nazionale per la grafica presenta all’attenzione del pubblico e della critica l’ampia produzione di Pasquale Santoro che dalla fine degli anni Cinquanta si è dedicato costantemente alla ricerca artistica, attraverso il linguaggio dell’incisione e della scultura. Grande sperimentatore nel campo della grafica, Santoro è considerato l’interprete italiano più vicino a Stanley William Hayter e all’esperienza di Atelier 17, laboratorio frequentato a Parigi alla fine degli anni Cinquanta. Maestro del colore e del metodo di stampa con una sola matrice, incisa ad acquaforte a più livelli di profondità, Santoro realizza anche incisioni in bianco e nero caratterizzate da una densa stratificazione di segni o da dinamiche linee che richiamano le forme minimaliste delle sue sculture, eleganti e sobrie allo stesso tempo. La mostra propone una selezione di circa 50 opere grafiche e tre sculture che illustrano il percorso artistico di Santoro: dai primi lavori realizzati a Parigi nell’Atelier 17, alle xilografie a colori stampate da profilati industriali nella Stamperia di Renzo Romero negli anni Sessanta, al noto ciclo Cieli del Piranesi del 1977-78, un’audace reinterpretazione dei temi dell’artista veneziano, realizzata presso la storica Stamperia della Calcografia in occasione delle celebrazioni piranesiane indette da Carlo Bertelli per il bicentenario della morte. E ancora i fogli dedicati a Čajkovskij ed Eliot fino agli ultimi lavori xilografici, stampati nel 2014, nuovamente nella Stamperia dell’Istituto e dedicati alle cattedrali ferite dal terremoto dell’Abruzzo nel 2009. La mostra e il catalogo, a cura di Ginevra Mariani e Antonella Renzitti, presentano le matrici e le stampe che Santoro ha voluto donare all’Istituto nazionale per la grafica. Nel catalogo inoltre è ricostruita per la prima volta l’intera produzione grafica dell’artista a partire dal 1957. L’iniziativa è realizzata con il sostegno della Direzione generale per il paesaggio, l’arte e l’architettura contemporanee – Servizio V. In catalogo testi di: Maria Antonella Fusco, Carlo Bertelli, Stefano Gallo, Antonella Renzitti, Giuseppe Appella, Ginevra Mariani.
Sede della mostra Roma, Palazzo Poli, via Poli,54 (Fontana di Trevi)
Inaugurazione 28 maggio 2014 ore 18,00
Date dal 29 maggio al 13 luglio 2014 e dal 1 al 21 settembre
Apertura al pubblico martedì – domenica, ore 10.00 -19.00 – chiusura settimanale: lunedì –
Ingresso libero
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione Angelina Travaglini con la collaborazione di Roberta Ricci tel. 06 69980238
Biografia
Pasquale (Ninì) Santoro nasce a Ferrandina (Matera) il 30 settembre del 1933.
A Roma frequenta il liceo classico e nel ’53 si iscrive alla facoltà di medicina, che poi abbandona per seguire il suo percorso di artista, incoraggiato da Giulio Carlo Argan. Nel 1957 attraverso Argan e Lionello Venturi ottiene una prima borsa studio per il Musée des Tissus di Lione che lascerà una traccia nella trama segnica delle sue xilografie degli anni Sessanta.
A Parigi, tra il 1957 e il 1963, frequenta l’Atelier 17, il famoso laboratorio d’incisione di Stanley William Hayter, dove avrà modo di frequentare l’avanguardia artistica e culturale della città. Sin da quegli anni la ricerca artistica e formale di Santoro sarà sempre accompagnata da un forte impegno politico e sociale.
Sono anni segnati da importati sperimentazioni tecnico-linguistiche. Presso l’Atelier 17 approfondisce le tradizionali tecniche calcografiche in maniera innovativa, oltre ad apprendere il “metodo Hayter” che prevede essenzialmente la possibilità di trarre una stampa a colori da una sola matrice, anziché con più matrici una per ogni colore. L’originale metodo consiste nell’unire all’inchiostrazione calcografica, che spinge l’inchiostro negli incavi, superficiali stesure di inchiostri, di vari colori e viscosità, eseguite con rulli di differenti durezze. Per applicare tale sistema la matrice deve avere diverse profondità nell’inciso ottenute con particolari procedimenti, in aggiunta all’acquaforte tradizionale. Ben presto Santoro si rivela uno degli interpreti più vicini alla ricerca del maestro, della quale sviluppa le potenzialità, anche con l’impiego della vernice di riserva, spesso unita al pennarello acido-resistente, per realizzare matrici da stampare a più colori.
In quello stesso contesto ha modo di conoscere più da vicino anche la tecnica dell’incisione su legno, approfondita attraverso i diretti suggerimenti di alcuni artisti giapponesi che gravitavano attorno all’atelier.
Nel 1959 a Roma tiene la prima personale italiana di pittura presso la Galleria Appia Antica. Nel 1960 sposa Madeleine Carbonnier. In Francia Jean Paulhan pubblica due sue incisioni su “Les Essais”, rispettivamente Viene qualcuno da laggiù e Bienvenue. Nello stesso anno realizza un’altra personale presso la Galerie Drouez di Parigi e pubblica l’opera Impressions, nella quale illustra poemi di Apollinaire, Baudelaire, Garcia Lorca, Quasimodo e Ungaretti.
Gli anni Sessanta si aprono con la partecipazione dell’artista alla Biennale di Venezia del 1962. Nello stesso anno insieme con Nato Frascà, Gastone Biggi, Nicola Carrino, Achille Pace e Giuseppe Uncini, forma il Gruppo Uno. Il gruppo perseguiva il superamento delle correnti informali e la ricostituzione in termini razionali dei linguaggi visivi, anche attraverso un attento riesame del rapporto artista-società. La loro prima mostra ufficiale è alla Galleria Quadrante di Firenze, accompagnata da testi di Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli e Nello Ponente. Nel luglio del 1963 Santoro decide di uscire dal gruppo poiché non condivideva la “dichiarazione di poetica” redatta dagli altri artisti. In quell’anno realizza le prime sculture in ferro utilizzando profilati industriali. Nel 1964 nasce Sarah, la sua primogenita. Partecipa all’International Biennial Exhibition of Prints in Tokyo. Continua la sua passione per l’illustrazione di libri: realizza insieme a Gianni Novak il libro Colui. Nel 1965 espone a Pisa 27 incisioni al Premio Assoluto di Grafica “Giuseppe Viviani”, al quale presero parte Mino Maccari, Emilio Vedova e Ugo Mulas.
Nel 1966 nasce Valerio, suo secondogenito. Partecipa alla III Exposition Internationale de Sculpture Contemporaine al Museo Rodin di Parigi e di nuovo alla Biennale di Venezia. Tiene una personale di scultura alla Galleria Il Naviglio di Milano, con presentazione di Nello Ponente, ed espone alcune incisioni alla Mostra di incisioni italiane contemporanee, presso la litografica Romero, Galleria Il Segno di Roma. Nel 1967 partecipa alla V Biennale di Parigi. La rivista “Civiltà delle Macchine”, diretta da Leonardo Sinisgalli, gli dedica un articolo Santoro, la geometria del possibile,scritto da Nello Ponente.
Sempre nel 1967 realizza per Giuseppe Ungaretti, con cui aveva profonda amicizia, una teca d’argento per la copertina della raccolta di poesie Il Dolore, che viene offerta dal poeta a Paolo VI. In questo anno Palma Bucarelli gli commissiona per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna Foresta pietrificata, una scultura in acciaio inox.
Gli anni Settanta vedono l’artista impegnato anche nell’insegnamento della grafica, nel 1976 Carlo Bertelli lo invita a tenere corsi di incisione e di grafica presso la Calcografia Nazionale, lavoro che lo terrà impegnato fino al 1979. Santoro ha modo di lavorare sulle matrici originali di Giovan Battista Piranesi dalle quali prendono vita le stampe i Cieli del Piranesi.
Tra il 1976 e il 1978, durante l’attività alla Calcografia, inizia la serie di acqueforti che illustrano le poesie di Thomas Stearns Eliot.
Continua a dedicarsi alla scultura e all’incisione: nel 1970 realizza la scultura in ferro Gli Achei, e nel 1972 due xilografie tra le più significative, Ecology e Landscapes Problem, presentate alla Biennale di Tokyo.
Nel 1981 prende parte agli incontri Un artista e i giovani organizzati da Giorgio De Marchis alla Galleria nazionale d’arte moderna e poi al Palazzo delle Esposizioni, nell’ambito della mostra Linee della ricerca artistica italiana, 1960-1980, curata da Nello Ponente. In quel periodo incontra Giovanna Martinelli, sua attuale compagna.
Nel 1983 Maurizio Calvesi presenta una personale di Santoro, dedicata a Nello Ponente, alla Galleria Mèta Arte Contemporanea a Bolzano, e all’estero è a Baden-Baden presso la IV Biennial of European Graphic Art.
Nel 1987 Onofrio Speciale cura una sua esposizione di disegni e incisioni dal titolo De Divina Proportione, alla Galerie Adeas de L’École d’architecture di Strasburgo.
Nel 1990 Maurizio Calvesi lo invita alla mostra Anni ‘60: al di là della pittura,tenutasi al Palazzo delle Esposizioni a Roma. Nel 1997 lo stesso Calvesi lo chiama a tenere una personale al Museo Laboratorio d’arte contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma.
Nel 2001 partecipa al corso organizzato dall’Istituto nazionale per la grafica Lineamenti di storia delle tecniche. La xilografia, nel cui manuale viene pubblicata una significativa intervista di Luigi Ficacci all’artista. Costante nell’attività di Santoro rimane il rapporto tra il fluire della vita, l’espressione delle arti figurative e la musica. Dalla sesta sinfonia di Tchaikovsky (Patetica), considerata da Santoro uno dei maggiori capolavori nella storia della musica, ha origine una nuova serie di incisioni dedicate al musicista.
Nel 2002 viene a mancare la figlia Sarah. Tutto il lavoro degli anni successivi sarà segnato da questa tragedia. A lei dedicherà la grande stampa dal titolo A Sarah la principessa, che espone alla Galleria il Sottoportego di Venezia.
Nel 2005 partecipa alla Quadriennale di Roma dove espone la scultura Passaggio: omaggio a Tiziano.it, ora all’Università di Tor Vergata.
Nel 2007 prende parte alle mostre Gli anni ‘60 e ‘70 alla Calcografia, presso l’Istituto nazionale per la grafica, e ‘50 -‘60. La scultura in Italia curata dalla Galleria nazionale d’arte moderna e allestita a Villa d’Este a Tivoli.
Nell’estate del 2008 Alessandro Tosi organizza una mostra sull’artista Cieli/Skies a San Francisco presso l’Istituto Italiano di Cultura, e poi a Pisa a Palazzo Lanfranchi.
Nel 2011 riceve da Giorgio Napolitano il Premio Presidente della Repubblica, e nel 2013 viene nominato Accademico di San Luca. Sono del 2013 la mostra all’Istituto italiano di cultura di Budapest, la scultura Iustitia per il paese di Villapiana (Cosenza), e l’esposizione Sculture in movimento alla Galleria Arte e Pensieri di Roma. Nel 2014 realizza una stele in onore di Scanderbeg, eroe albanese, per il paese di Vaccarizzo in Calabria.
Opere