Roma, Palazzo Poli
dal 21 Maggio al 17 Luglio 2010
La mostra, organizzata dall’Istituto Nazionale per la Grafica in occasione delle celebrazioni per il 35° Anniversario della sua fondazione, propone una riflessione sulle varie forme di relazione che si sono stabilite tra i linguaggi artistici nell’epoca moderna: una panoramica sul rapporto della grafica (e delle sue trasformazioni attraverso il tempo) con la pittura, o con la scultura. Dopo alcuni riferimenti al Cinquecento e al Seicento, ci si concentra su una selezione di autori moderni e contemporanei; da quando, nel Settecento, si iniziò a definire incisori ‘traduttori’ quelli che riproducevano un’opera d’arte essenzialmente a scopo divulgativo e, pur nella ricerca di massima fedeltà all’originale, ne davano una consapevole interpretazione; all’epoca in cui l’artista sceglie invece di rielaborare un’opera altrui come spunto e pretesto del proprio percorso creativo: parte da un lavoro preesistente per elaborarne un altro muovendosi liberamente, citando dettagli o appropriandosi di un’opera nella sua interezza, nell’intenzione comunque di fare una cosa nuova. Accanto ad incisori, antichi e attuali sono quindi presenti in mostra artisti della fotografia, dall’Ottocento ad oggi, e videomaker. Dai disegni e le stampe di Francesco Giangiacomo che riporta a pure linee di contorno gli affreschi del Pinturicchio, alla traduzione – attraverso tutti i suoi ‘passaggi di stato’ – della Danae del Correggio ad opera di Nicola Ortis e Alessandro Porretti, alla rielaborazione di Piranesi operata da Pistoletto, fino alla litografia di Francis Bacon con lo stesso Innocenzo X del Velàzquez che Celestino Turletti aveva tradotto nell’Ottocento; dalla documentazione degli affreschi raffaelleschi di Adolphe Braun, ai nudi accademici che rimandano a Michelangelo (Gaudenzio Marconi) o a Maestri dell’Ottocento (il Caino di Wilhelm Von Gloeden); dai più recenti tableaux vivants di Witkin e Morimura alle storiche rielaborazioni concettuali di Giulio Paolini, Luca Maria Patella, Luigi Ghirri, Mario Cresci; dal riutilizzo di Pasquale Santoro (Piranesi), alle citazioni di Jemima Stehli (Helmut Newton), alle appropriazioni di Sherrie Levine (Walker Evans) fino alle interpretazioni dei grandi Maestri e alle contaminazioni linguistiche nei video di Gioli, di Corsicato e di Studio Azzurro. Come gli artisti, infatti, scelgono ancora di dedicarsi ad una rielaborazione della storia e della tradizione attraverso il patrimonio di novità tecnico-linguistiche e di idee che l’epoca in cui vivono gli riserva, anche la riflessione critica sull’argomento può portare oggi ad ulteriori chiavi di lettura. E l’Istituto Nazionale per la Grafica, che da sempre ha fatto dello studio sulla stampa di traduzione uno dei suoi maggiori impegni istituzionali, vuole con questa mostra dare nuovamente risalto al tema, evidenziando continuità e discontinuità nelle diverse forme e tipi di traduzione nella grafica, attraverso una selezione di opere particolarmente emblematiche delle proprie raccolte accanto ad alcuni significativi prestiti di collezioni esterne, tra cui le Raccolte Museali Fratelli Alinari di Firenze, la Deutsche Bank Collection di Francoforte e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Gli artisti: Cherubino Alberti, Tommaso Aloysio Juvara, Francis Bacon, Federico Barocci, Blandon, Adolphe Braun, Giuseppe Caccavale, Luigi Calamatta, Agostino Carracci, Cornelis Cort, Pappi Corsicato, Mario Cresci, Piero Dorazio, Giovanni Folo, Luigi Ghirri, Francesco Giangiacomo, Paolo Gioli, Wilhelm von Gloeden, Frank Horvat, Nino Migliori, Mimmo Jodice, Norman McLaren, Sherry Levine, Gaudenzio Marconi, Yasumasa Morimura, Adi Nes, Jackie Nieckerson, Richard Orley, Nicola Ortis, Giulio Paolini, Luca Maria Patella, Sioban Piercy, Michelangelo Pistoletto, Pontius, Alessandro Porretti, Guido Rey, Pasquale Santoro, François Spierre, Jemima Stehli, Guido Strazza, Studio Azzurro, Celestino Turletti, Joel Peter Witkin All’ingresso di Palazzo Poli, in dialogo con la mostra, La Vocazione da Caravaggio, installazione degli street artist ARTCOCK. Rendering di Luciano Berio (1989), rielaborazione di alcuni frammenti sinfonici di Franz Schubert, costituisce la colonna sonora dell’esposizione. La mostra e il catalogo sono a cura di Alida Moltedo Mapelli con il contributo di Maria Francesca Bonetti e di Antonella Renzitti. Il catalogo, pubblicato da Palombi Editori, presenta tutte le opere in mostra e ulteriori riferimenti (per un totale di oltre 100 immagini) con una introduzione della Dirigente, Maria Antonella Fusco, e testi di Alida Moltedo Mapelli, Maria Francesca Bonetti Antonella Renzitti, Arianna Mercanti, Francesco Sorce, Rosalba Di Noia, Giulio Paolini, Guido Strazza.
TRADUZIONE, CITAZIONE, CONTAMINAZIONE. RAPPORTI TRA I LINGUAGGI DELL’ARTE VISIVA
Rendering è un termine preso in prestito da Luciano Berio che intitolava così, nel 1989, la sua rielaborazione di alcuni frammenti sinfonici di Franz Schubert, qui scelta come colonna sonora. Rendering, come traduzione, come citazione, come contaminazione, il titolo per una mostra di stampe, fotografie e video dal dichiarato, o comunque esplicito, riferimento ad opere già esistenti che propone una riflessione sulle varie forme di relazione stabilitesi tra le espressioni artistiche nell’epoca moderna; una panoramica sul rapporto della stampa (e delle sue diverse trasformazioni nel tempo) con la pittura, o la scultura. Dopo alcuni riferimenti al Cinquecento e al Seicento, ci si concentra su una selezione di autori moderni e contemporanei: da quando, nel Settecento, si iniziò a definire incisori ‘traduttori’ quelli che riproducevano un’opera d’arte essenzialmente a scopo divulgativo e, pur nella ricerca di massima fedeltà all’originale, ne davano una consapevole interpretazione; all’epoca in cui l’artista sceglie invece di rielaborare un’opera altrui come spunto e pretesto del proprio percorso creativo: parte da un lavoro preesistente per elaborarne un altro movendosi liberamente, citando dettagli o appropriandosi di un’opera nella sua interezza, nell’intenzione comunque di fare una cosa nuova. Perché, come scriveva Henri Focillon, i capolavori lasciati in eredità dai maestri sono a loro volta creatori di finzioni, fanno nascere aspirazioni e commenti… Ogni secolo si affaccia su di essi come in uno specchio e tenta di sorprendere al suo interno la propria immagine. Gli esempi di rendering realizzati con la stampa, la fotografia e il video si succedono nelle tre sale con un criterio cronologico di massima cui in taluni casi viene preferito l’accostamento diacronico per favorire altro tipo di associazioni e sottolineare come il tuffo nel passato di ogni artista permette di entrare in una dimensione atemporale. Ogni opera esposta ha indicata in didascalia quella che l’ha ispirata affidando alla memoria del visitatore (o al suo desiderio di conoscenza) collegamenti e ricostruzioni. All’ingresso di Palazzo Poli, in dialogo con la mostra, La Vocazione da Caravaggio, installazione del gruppo ARTCOCK in omaggio all’artista che quest’anno viene celebrato e che i giovani street artist hanno già più volte tradotto.
Francesco Giangiacomo
Roma 1782 – 1864
da Cerchia del Pinturicchio sec. XV Ciclo di affreschi con scene della vita di Marianella Cappella Basso della Rovere, 1489 – 1491 Roma, Chiesa di Santa Maria del Popolo
Adolphe Braun
1811 – 1877
da Raffaello Sanzio Urbino 1483 – Roma 1520 La cacciata di Eliodoro dal Tempio, 1511-1512 Affresco Città del Vaticano, Stanze di Raffaello
Nicola Ortis
1828 – 1897
Alessandro Porretti
Roma 1838 – post 1880
da
Correggio, Antonio Allegri detto Correggio 1489 – 1534
La Danae, 1531 ca
olio su tela
Roma, Galleria Doria
Celestino Turletti Torino
1843 – Sanremo 1904
da
Diego Rodrigo de Silva y Velazquez
Siviglia 1599 – Madrid 1660
Papa Innocenzo X, 1650
olio su tela
Roma, Galleria Doria Pamphili
da
Francis Bacon
Study for Portrait of Pope Innocent X, 1965
olio su tela
Des Moines (Iowa), Des Moines Art Center
Wilhelm Von Gloeden
Schloss Volkshagen 1856 – Taormina 1931
da
Hippolyte-Jean Flandrin
Lione 1809 – Roma 1864
Jeune homme nu assis au bord de la mer, 1855
olio su tela
Parigi, Musée du Louvre
Piero Dorazio
Roma 1927 – Todi 2005
da
Man Ray, Manuel Ruobitzky detto
Filadelfia 1890 – Parigi 1976
Le Violon d’Ingres, 1924
fotografia
Frank Horvat
Abbazia 1928
da
Michelangelo Buonarroti
Caprese Michelangelo 1475 – Roma 1564
La Notte, 1526 – 1531
Scultura in marmo
Firenze, Chiesa di San Lorenzo, Cappella Medicea
Giulio Paolini
Genova 1940
da
Leonardo da Vinci
Vinci 1452 – Amboise 1519
L’uomo vitruviano, 1490
Penna e inchiostro
Venezia, Gallerie dell’Accademia
Mimmo Jodice
Napoli 1934
da
Atleta della Villa dei Papiri di Ercolano
scultura greca,
fine del IV – inizio del III sec. a. C.
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Joel Peter Witkin
New York 1939
Richard Van Orley
1663 – 1732
Studio Azzurro
Milano 1982
da
Gustave Courbet
Ornans 1819 – Vevey 1877
Origine du monde, 1866
olio su tela
Parigi, Musée d’Orsay
Paolo Gioli
Sarzano di Rovigo, 1942
da
Mark Rothko
Daugavpils 1903 – New York 1970
ciclo Opere classiche, 1950 – 1970
NOTIZIE UTILI
Sede della mostra Roma, Palazzo Poli, Via Poli, 54
Date 21 Maggio – 17 Luglio 2010
Apertura al pubblico tutti i giorni 10.00 – 19.00 – chiuso: lunedì e domenica
Ingresso gratuito
Informazioni tel +39 06.69980242
Ufficio Stampa Marcella Ghio tel. 06 69980238 – 3356821996
Catalogo Palombi Editori