CHIUSURA ANTICIPATA AL 4 MAGGIO
XILOGRAFIE IN MOSTRA
La raccolta delle matrici xilografiche dell’Istituto centrale per la grafica
Istituto Centrale per la Grafica
Sale espositive di Palazzo della Calcografia, via della Stamperia 6 (Fontana di Trevi)
- La mostra
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- Opere in mostra
- Allestimento
- Xiloreportage
Si inaugura martedì 1 aprile 2025 presso l’Istituto centrale per la grafica Xilografie in mostra. La raccolta delle matrici xilografiche dell’Istituto centrale per la grafica, ospitata preso gli spazi del Palazzo della Calcografia fino all’11 maggio 2025.
In esposizione circa 50 matrici, su un totale di 200 legni incisi nelle collezioni dell’Istituto, eterogenei come genere e come provenienza, realizzati in un arco temporale compreso tre il XVII e il XX secolo, oltre a 30 stampe xilografiche.
La raccolta di matrici xilografiche dell’ICG, di modesta entità rispetto alla prestigiosa raccolta di matrici in rame della Calcografia, riveste tuttavia un carattere di interesse nel panorama del patrimonio grafico custodito nelle collezioni pubbliche in Italia. In considerazione della materia a supporto dell’incisione, i manufatti sono conservati in un piccolo ambiente denominato Xiloteca, distinto dai locali della Calcoteca, con apposita calibrazione di temperatura e umidità.
Il fondo più importante e cospicuo della collezione è quello donato nel 1995 dal figlio di Adolfo de Carolis (Montefiore dell’Aso, 6 gennaio 1874 – Roma, 7 febbraio 1928), riferibile alle opere del padre e di suo genero Diego Pettinelli (Matelica, 10 agosto 1897 – Roma, 1989). De Carolis, pittore, decoratore, incisore, illustratore, con un segno grafico molto riconoscibile, ha collaborato con grandi letterati del suo tempo, illustrando, con disegni e xilografie, opere di Gabriele D’Annunzio e di Giovanni Pascoli.
In esposizione anche tre linoleografie di Mino Maccari (Siena, 24 novembre 1898 – Roma, 16 giugno 1989), con rappresentazioni di caricature, e due matrici di Luigi Veronesi (Milano, 28 maggio 1908 – Milano, 25 febbraio 1998), una delle quali incisa anche sul verso, per tre composizioni astratte. Le opere di Veronesi, lascito dell’artista a seguito di una sua mostra, voluta dall’allora direttore della Calcografia Carlo Bertelli nel 1976, rappresentano il primo nucleo di matrici in legno ad entrare in istituto. Altre donazioni hanno completato in anni più recenti la collezione, tra cui quella di Pasquale Ninì Santoro (Ferrandina, 30 settembre 1933 – Roma, 20 febbraio 2022), in calce alla mostra monografica che l’Istituto gli dedicò nel 2014, di cui è esposta la matrice di grandi dimensioni su legno di filo Senza titolo (Programma) del 1962.
Gli altri legni esposti raccontano l’ampio utilizzo di questa tecnica incisoria nell’arte popolare e religiosa, a partire da un fondo dedicato alle immagini sacre con rappresentazioni di madonne e santi, o con stemmi cardinalizi e papali. Nell’ambito dell’arte popolare sono presenti matrici destinate alla rappresentazione di carte da gioco e di ex libris, blocchi lignei per le carte da parati e tessuti, di cui è difficile dare una datazione precisa, essendo soggetti continuativi non riferibili a un particolare periodo storico.
Infine, un fondo di una ventina di pezzi acquistati dall’Istituto nel 1993 dalle Officine Grafiche Danesi, Società di fotografia e casa editrice attiva a Roma tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, riproducono ritratti di uomini e donne, utilizzati per rotocalchi o libri illustrati. Le xilografie in questo caso erano realizzate con una peculiare tecnica incisoria per cui – attraverso un procedimento fotomeccanico – veniva riportata l’immagine sul blocco di legno per mezzo di una gelatina fotosensibile e successivamente incisa con il bulino.
sabato ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICA
Sale espositive di Palazzo della Calcografia – via della Stamperia 6
Inaugurazione: martedì 1 aprile 2025, ore 18:00
Durata: 2 aprile 2025 – 11 maggio 2025
martedì – domenica 10:00 – 19:00 (ultimo ingresso 18:30)
Chiusura: tutti i lunedì
CHIUSURA ECCEZIONALE: sabato 26 aprile 2025
Non è possibile accedere all’Istituto con bagagli, zaini e borse di grandi dimensioni. Non sono disponibili armadietti o guardaroba.
INGRESSO LIBERO / Free entrance
Didascalie scaricabili e consultabili QUI
Immagini di alcune opere esposte
Ernesto Romagnoli e Alberto Zaniboni (notizie 1895) Ritratto di G. Giacosa e L. Illica, fine XIX sec. Xilografia su legno di testa (10 pezzi), incisione a bulino su riporto fotografico Istituto centrale per la grafica, M-3287 |
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Adolfo De Carolis (1874-1928) Carta da gioco – Asso di coppe, 1914 Xilografia a camaïeu su legno di testa Sul verso: battuta colore Istituto centrale per la grafica, M-3520_11 con stampe delle singole battute e della composizione a registro |
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Anonimo MATER BONI CONSILII, XVII sec. Xilografia Stampa della matrice M-FN4206 Istituto centrale per la grafica
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Anonimo
Xilografia su legno di filo Istituto centrale per la grafica, M-FN16091 STAMPA A PARETE |
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Diego Donati (1910-2002) San Francesco d’Assisi, 1963 Xilografia Stampa della matrice M-FN44689 Istituto centrale per la grafica
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Anonimi Stemma cardinalizio, XVII-XVIII sec. Xilografia su legno di filo Istituto centrale per la grafica, M-FN16088 |
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Anonimi Blocco con Dieci carte da gioco, XVIII sec. Xilografia su legno di filo Istituto centrale per la grafica, M-FN16084 |
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Diego Pettinelli (1897-1989) Ex libris con figura maschile fra le fiamme Xilografia su legno di testa Istituto centrale per la grafica, M-3571
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Mino Maccari (1898-1989) Il tempo e la morte Linoleografia Istituto centrale per la grafica, M-FN44683 |
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Adolfo De Carolis (1874-1928) Il varo, 1908 Xilografia a camaïeu Istituto centrale per la grafica, S-CL17958_7653 |
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Adolfo De Carolis (1874-1928) Alla foce Xilografia a camaïeu Istituto centrale per la grafica, S-CL17958_7654 |
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Diego Pettinelli (1897-1989) Veduta d’ interno con natura morta, 1936 Xilografia su legno di testa Istituto centrale per la grafica, M-3523 |
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Luigi Veronesi (1908-1998) Frammenti, 1963 Xilografia su legno di testa (8 pezzi) Istituto centrale per la grafica, M-3300 |
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Luigi Veronesi (1908-1998) Senza titolo, 1964 Xilografia a due battute, esemplare di tiratura 3/17 Istituto centrale per la grafica, S-CL53186_13637 |
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Luigi Veronesi (1908-1998) Variabile, 1972 Linoleografia a tre battute, esemplare di tiratura 6/23 Istituto centrale per la grafica, S-CL53193_13644 |
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Pasquale Ninì Santoro (1933-2022)
Senza titolo (Programma), 1962
Xilografia su legno di filo
Istituto centrale per la grafica, M-3614_7
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Umberto Giovannini
Xiloreportage – Roma
Residenza d’artista presso l’Istituto centrale per la grafica
febbraio – aprile 2025
Cosa resta di un nostro passaggio sotto un arco, o del passo cadenzato con cui si attraversa una piazza, ammirando da lontano uno dei tanti campanili? Roma è una città che sfugge, così lunga è la sua storia da farle vivere un eterno presente. Roma è un luo- go che appartenendo al mondo intero, a tutta la civiltà occidentale, anzitutto appartiene e dichiara sé stesso. Umberto Giovannini ha camminato, pedalato, fotografato, registrato suoni, disegnato e preso appunti sull’Urbe, sui cittadini romani che la abitano o sul- le moltitudini che la vivono per breve tempo.
Nasce così Xiloreportage – Roma: l’autore dispiega e racconta il tempo – personale e collettivo, urbano – di un’esperienza corpo- rea, e la trasforma in processo. Si vive nelle ore del giorno, nella luce brumosa e nel pulviscolo sospeso nell’aria, e questa materia leggera e che sostanzia l’aria medesima, è il soggetto delle xilografie di Giovannini e ne informa il contenuto espressivo. I fogli impalpabili di carta giapponese, inchiostrati a più riprese e secondo passaggi cromatici differenti per tecnica, trattengono, strato su strato, l’atmosfera della luce e delle strade e introducono lo spettatore a una dimensione spaziale profonda e carica di senso, in- vitandolo a ripercorrere il viaggio.
La scelta di suddividere in sequenze le opere, come trittici di altra epoca, offre la possibilità di fermarsi e poi avanzare, quella sosta che i nostri passi richiedono, a volte stanchi, come frammenti di un discorso in itinere.
Maura Picciau
Xiloreportage – Roma 2025
Note di lavoro
Lavorare nel luogo che è il cuore della grafica d’arte è un’esperienza unica.
Un luogo del silenzio e della bellezza a pochi metri dalle masse cacofoniche e fotografanti che assaltano la Fontana di Trevi. Roma l’ho conosciuta così: ridondante, retorica, barocca e allo stesso tempo sospesa e impalpabile. Quando la direttrice Maura Picciau mi ha proposto di realizzare in residenza un lavoro su Roma, ho subito sentito la necessità di lavorare su questa dicotomia. Xiloreportage – Roma 2025 si inserisce in un percorso di ricerca che nasce come indagine antiretorica della società. È un reportage che coinvolge aree industriali e urbane, contesti sociali periferici e luoghi di vita sociale e collettiva laddove coesione e conflitti sociali si fanno visibili ed esperibili.
Lo strumento d’indagine sul campo è lo xiloreportage, un neologismo che ho iniziato a usare alcuni anni fa e che fonde i termini xilografia e fotoreportage. È un metodo di lavoro per svolgere indagini iconografiche e sociali documentando, fotografando, disegnando e intagliando matrici xilografiche nei luoghi che attraverso, a stretto contatto con le comunità. Il secondo step di indagine, è quello che chiamo Sound harvesting, la raccolta dei paesaggi sonori, e delle loro possibilità conoscitive, in un processo analogico immersivo, in ascolto e dialogo con i luoghi e le per- sone che vi vivono. Come nella fruizione del suono, il printmaking dà la possibilità di lavorare su livelli narrativi simultanei e corporei.
In Xiloreportage – Roma 2025 sono stati i suoni e le iconografie raccolte a indicare le direzioni da prendere, per la realizzazione dei due trittici esposti. Le iconografie che permeano questo progetto sono profondamente debitrici delle meravigliose opere calcografiche che ho visto stam- pare durante la residenza.
La Tecnica utilizzata
In questo progetto la tecnica della xilografia (ossia l’incisione da matrici in legno), nata per riprodurre immagini in piccolo formato, si amplifica e viene utilizzata per la potenza espressiva del suo linguaggio. Ho intagliato xilografie su pannelli di legno grezzo, da cantiere, che rivelano la robus- ta narrativa presente nella grana stessa del legno. Sono poi stampate su carta Mitsumata 12 g/m2 (una carta giapponese semitrasparente con la fibra molto resistente).
La stampa avviene in due modi: coprendo la matrice di polvere di grafite e trasferendo l’immagine sulla carta attraverso un processo elettromag- netico oppure con l’utilizzo di lacche trasparenti con una tradizionale inchiostrazione e stampa con il baren (disco giapponese per fare pressione sul foglio di carta appoggiato sulla matrice).
I fogli stampati vengono poi sovrapposti, e incollati assieme per ottenere il lavoro definitivo.
Umberto Giovannini, Roma 10 aprile 2025