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Abbandonata
Max Klinger (Lipsia, 1857-Großjena, 1920)
Abbandonata, dall’ “Opus VIII” Una vita
1883-1884, tavola n. 5
acquaforte e acquatinta, inchiostro marrone scuro e rosso-arancione
320 x 453 mm (inciso) 370 x 533 mm (foglio)
Max Klinger fu uno dei più significativi interpreti della corrente simbolista europea, con le sue opere, dipinti, sculture incisioni, seppe elaborare una sintesi tra le principali istanze culturali del suo tempo, dando forma alle visioni interiori, oggetto di studio della nascente psicoanalisi, al recupero in chiave moderna dei miti classici, alla condizione della donna nella società.
La serie di quindici tavole a cui appartiene questa stampa è ispirata al romanzo Albertine dello scrittore norvegese Christian Krohg. La protagonista è una giovane sedotta e abbandonata, destinata, per colpa della morale borghese, all’isolamento sociale e quindi costretta alla prostituzione. Nella scena è raffigurata sola, sulla spiaggia, con le mani che le coprono il volto in lacrime. Cammina a fatica contro il vento, sembra già prevedere il suo triste destino. Klinger sperimentò in modo originale le potenzialità espressive delle tecniche calcografiche, miscelando magistralmente acquaforte e acquatinta per ottenere una vasta gamma di toni e tessiture segniche. In quest’opera la scelta cromatica del rosso-bruno simboleggia, nel richiamo al tramonto, la fine di un’epoca felice dell’esistenza.