Clicca l’immagine per ingrandire
Parte di ampio magnifico Porto
Giambattista Piranesi (Venezia 1720 – Roma 1778)
Parte di ampio magnifico Porto
1749-50 ca.
acquaforte su rame con interventi a bulino
405 x 559 mm
VIC 1400/344a
Tutto il fondo di matrici incise da Giambattista Piranesi (1191 soggetti per un totale di più di 1500 rami) fece il suo ingresso nella Calcografia Camerale – dalla quale l’Istituto ha ereditato il patrimonio dei rami – nel dicembre 1838, in seguito all’acquisto da parte del Papa Gregorio XVI di tutte le lastre all’epoca di proprietà dell’editore parigino Firmin Didot.
La matrice è una delle straordinarie fantasie architettoniche concepite da Piranesi negli anni Quaranta e poi confluite, insieme alla Prima Parte di Architetture, e Prospettive, ai Grotteschie e alle Carceri, nel volume miscellaneo delle “Opere Varie” edito nel 1750 da Bouchard a Roma in via del Corso. Gli elementi che compongono la figurazione (imponenti architetture ispirate all’antica Roma, grandi arcate, scalinate in prospettiva, colonne rostrate, elmi, sarcofagi e bocche di fontane a protome leonina) costituiscono una summa dell’arte piranesiana del decennio, e aprono al contempo il corso al Piranesi archeologo della metà degli anni Cinquanta.