Calcografia Nazionale
La Calcografia nasce nel 1738, quando papa Clemente XII Corsini acquista il ricco fondo di matrici incise della celebre Stamperia De Rossi a piazza Navona. Nel corso del Settecento e dell’Ottocento, il primo nucleo è progressivamente incrementato acquistando matrici già incise e commissionandone nuove ad artisti romani. L’istituto diventa così una straordinaria ‘fabbrica delle immagini’, un moderno, efficace strumento di propaganda politica per diffondere l’immagine del sovrano pontefice e della corte papale, della Città Eterna e dei suoi monumenti antichi e moderni. Quando Roma è proclamata capitale del Regno d’Italia, la Calcografia da Camerale diventa Regia e poi Nazionale.
Se fino all’Ottocento la produzione della Calcografia si concentra nella stampa detta ‘di traduzione’, che traduce i maggiori capolavori dell’arte nel linguaggio dell’incisione, successivamente, anche per la pressione dei nuovi mezzi di riproduzione delle immagini, come la fotografia, l’attività dell’istituto si orienta decisamente verso la stampa detta ‘d’invenzione’, basata su un’idea originale dell’artista che incide la matrice.
Nel Novecento la Calcografia diventa così un vero e proprio laboratorio creativo, nel quale operano diverse generazioni di artisti italiani e stranieri.
La specificità della raccolta è rappresentata dall’insieme unico e organico di circa 2800 disegni preparatori e di circa 45.000 stampe – prove di stato, ante litteram e finali – che documentano, con le matrici conservate nella Calcoteca e con la Stamperia, ancora in attività, il completo ciclo creativo e produttivo della stampa.