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La strage degli innocenti
Marcantonio Raimondi (San Martino in Argine, Bologna 1479 ca – Bologna 1534 ca)
La strage degli innocenti (con felcetta)
bulino, II stato
281 X 430 mm
FC 4890
Con il Giudizio di Paride, il Quos Ego e il Morbetto, questa tavola è uno dei capolavori che documentano la stretta collaborazione tra Raffaello e l’incisore bolognese, che realizzò due versioni della medesima composizione raffaellesca, una con felcetta (la conifera che appare in alto a destra in questo esemplare) e l’altra senza felcetta, con altre leggere modifiche. Il soggetto è tratto da un’invenzione dell’urbinate, di cui sopravvivono alcune versioni più o meno complete: due disegni delle figure principali si conservano a Londra, British Museum, altri sono a Windsor Castle, e a Vienna Albertina; un disegno di attribuzione incerta è presso lo Széptmüveszéti Múzeum a Budapest.
La paternità del Raimondi di entrambe le versioni non fu sempre unanime, anzi venne spesso messa in dubbio (cfr. Bartsch e Delaborde 1888 ritenevano quella ‘con felcetta’ l’originale, Passavant e altri invece la giudicavano la copia), mentre oggi si dibatte piuttosto sulla precedenza cronologica.Attualmente si ritiene che quella ‘con felcetta’, sia la prima versione, databile intorno al 1511-1512, mentre l’altra sarebbe una replica incisa intorno al 1513-1515 (Pon 2004; Landau/ Parshall 1994). Vasari la descrisse come una “cosa rara”, ma fu certamente la stampa più venduta in tutto il Cinquecento. La matrice della versione con felcetta è conservata presso i Musei Civici di Pavia, proveniente dalla collezione Malaspina.
Lo sfondo della composizione, aggiunto da Marcantonio Raimondi ai disegni originali di Raffaello raffiguranti solo gli studi dei gruppi di figure, è esattamente ripreso dalla veduta del ponte Fabricio, o Quattro Capi, ramo sinistro del Tevere, del cosiddetto anonimo Escurialense,databile agli anni ’90 del XV secolo (1492-95), a sua volta derivato da un disegno di Giuliano da Sangallo, ribaltato rispetto all’originale.